Luigi Pirandello

Negli anni che precedettero e seguirono la prima guerra mondiale, Pirandello, indotto dall’amicizia con il filologo e docente universitario Ernesto Monaci, sorianese d’origine, venne per molte estati a villeggiare a Soriano; e fu tanto l’interesse dello scrittore per il nostro paese, che egli decise di ambientare proprio a Soriano due tra le sue “Novelle per un anno”, richiamandovi luoghi e figure locali. Si tratta di “Canta l’epistola” e “Rondone e Rondinella”. Le località ricordate nelle novelle medesime sono: la piazza del paese, con la farmacia del dottor Fanti dalla faccia “caprigna”, il castello medievale, il Cimino, i boschi di castagni della Bastia e di Pian della Britta, la chiesina campestre di S. Maria di Loreto, il poligono militare del “Tiro a segno”, un boschetto di elei – oggi scomparso – sito nelle adiacenze della strada proveniente da Orte, la valle verde di querce e di olivi, digradante verso il Tevere, l’ospizio dei vecchi. A Soriano, Pirandello compose, inoltre, alcune poesie (“Pian della Britta”, “Ad un ulivo”, “Stormo”), vi eseguì alcuni quadri ispirati al paesaggio locale e sembra che vi abbia anche trovato la vena per dipingere alcuni dei suoi ritratti di famiglia. Nei suoi soggiorni sorianesi, Pirandello ebbe contatti, oltre che con Ernesto Monaci, anche con altri villeggianti illustri, come il suo conterraneo, regista e drammaturgo, Rosso di San Secondo.

L’AMICIZIA CON ERNESTO MONACI

Il legame tra Pirandello e il Monaci si fece stretto quando quest’ultimo lo tolse dalle grinfie di un suo collerico collega, il dannunziano Onorato Occioni, rettore dell’Universita’ romana e professore di letteratura latina. Un giorno, infatti, traducendo per gli studenti un passo di Plauto, l’Occioni sbaglio’ suscitando la risata di un sacerdote, assai preparato in latino, il quale colto al volo l’errore, si diede a un’inopportuna risata. L’Occioni divenne furioso, si butto’ su di lui e lo copri’ di vituperi, attento pero’ a non scoprire la vera ragione della sfuriata. Pirandello non resse piu’ e, levatosi in piedi, spiattello’ al pubblico presente la vera ragione di quella rabbia. Dopo di che si allontano’ con sussiego dall’aula, senza potervi piu’ rimettere piede. Pertanto, al giovane fu consigliato dal Monaci di continuare gli studi in Germania, all’Universita’ di Bonn, dove si laureò nella primavera del 1891, con una tesi sulla parlata girgentana, dal luogo – Agrigento – ove, nel 1867, era nato.