Roccaltia e San Valentino
Presso la vetta del Monte Roccaltia sono presenti testimonianze di un insediamento di età preistorica. I resti più imponenti e, in un certo senso, più misteriosi del sito sono però costituiti da due brevi tratti di muro a grossissimi blocchi, in parte rozzamente squadrati ed in parte del tutto irregolari (attualmente quasi occultati da un inestricabile groviglio di cespugli e di rovi), disposti pressoché paralleli tra loro, a pochissima distanza dalla vetta stessa del monte, a circa settecento metri di quota. Gli studiosi che in passato si sono occupati di tali resti li hanno tutti definiti “pelasgici”. In realtà, sembra si tratti di mura etrusche, anche se, forse, molto antiche. Nella vicina Piana di S. Valentino, in pochi ettari di terreno sono poi concentrati (non lungi da un breve rudere murario a grossi blocchi rozzamente squadrati, forse anche esso di epoca romana) molti resti medievali. Qui, ricavati sul terreno roccioso o su massi isolati, compaiono, tra l’altro numerose pestarole, alcuni grandi incavi a pianta circolare poco profondi, varie piccole vasche con fondo arrotondato, presumibili mortai per la macinazione di cereali per uso familiare, un grande pozzo, forse utilizzato come fornace per la cottura di laterizi. Inoltre, proprio nel punto più elevato del piccolo altipiano, compaiono poche vestigia del monumento che ha dato il nome alla contrada: quelle di una chiesa medievale di stile romanico, dedicata a S. Valentino. Purtroppo, di tale edificio sacro, ad una sola grande navata, rimangono solo numerosi ruderi.