Niccolò III
Nato Giovanni Gaetano Orsini e figlio di Matteo Rosso Orsini e di Perna Caetani, nacque a Roma intorno al 1216. Fu nominato cardinale diacono piuttosto giovane nel concistoro del 1244, con il titolo della diaconia di San Nicola in Carcere, da papa Innocenzo IV, che accompagnò nel 1244 nella sua fuga a Lione. Successivamente Urbano IV lo designò capo dell’Inquisizione della fede (1261), protettore dell’ordine dei Frati Minori e dell’ ordine delle Clarisse (1263). Fu legato papale a Firenze nel 1252, in Francia nel 1258, nella provincia della Sabina nel 1262 ed in Viterbo nel 1276. Era allora podestà, e quindi garante dell’ordine cittadino e della tranquillità del conclave, uno dei suoi nipoti, Orso di Gentile. La circostanza, notata dagli storici, non è ovviamente rilevante rispetto all’elezione del pontefice, quanto chiarificatrice delle differenziate forme di pressione che la famiglia Orsini stava mettendo in atto nel Viterbese dagli anni in cui il cardinale Giangaetano era stato nominato inquisitore nella provincia. Eletto Papa nel 1277, in gran parte grazie all’influenza della sua famiglia, dopo un periodo di sei mesi in cui la Santa Sede era rimasta vacante, scelse il nome pontificale di Niccolò III in onore di San Nicola, il santo titolare del suo titolo cardinalizio, cui volle in seguito dedicata una cappella in S. Pietro. Il suo non lungo pontificato, di soli 33 mesi venne comunque segnato da diversi eventi importanti. Politico nato, rafforzò notevolmente la posizione del Papa in Italia. Concluse un concordato con Rodolfo I d’Asburgo, nel maggio 1278, con il quale la Romagna e l’Esarcato di Ravenna venivano concessi al Papa. Questi, nel luglio dello stesso anno, emanò una costituzione per il governo di Roma che vietava agli stranieri di assumere incarichi civili e che dava al Papa l’incarico di regolamentare la nomina dei senatori, fermo il diritto del popolo romano ad eleggerli. Il 14 agosto 1279, Niccolò III pubblicò a Soriano la bolla “Exiit qui seminat”, con cui cercò di appianare la contesa interna tra le diverse fazioni (tra rigoristi e lassisti) dei Francescani. Benché uomo di studio e dal carattere forte, si attirò biasimi per i suoi sforzi di riportare dignità al potere temporale e spirituale della Chiesa, che spesso passarono attraverso incarichi a parenti e consanguinei. Nei suoi progetti, vi era quello di creare un grande Stato della Chiesa, comprendente la Romagna e la Toscana. Il 22 agosto 1280 Niccolò III morì per un colpo apoplettico all’interno del castello da lui fatto erigere a Soriano nel Cimino, luogo amatissimo dal pontefice.